
Quando si vince una partita e il portiere della squadra vincitrice è il migliore in campo per distacco, l’analisi della sfida è assolutamente semplice. Vale a dire che la compagine che ha portato a casa l’intera posta in palio debba essere assolutamente contenta del risultato – e ci mancherebbe altro che non fosse così – ma che deve altresì non cullarsi troppo sugli allori perché i problemi ci sono, eccome se ci sono.
Questa la situazione della Salernitana. Intendiamoci, la vittoria contro la Cremonese è grasso che cola, è una boccata d’ossigeno, è un’oasi d’acqua purissima nel deserto. Sono tre punti vitali che mantengono i granata in corsa per la salvezza e consente loro di rispondere ai successi di Brescia, Sampdoria e SudTirol.
Però non si può non rimarcare che i grigiorossi hanno costruito sette occasioni pulite da rete e hanno sbattuto contro un Christensen che ha giocato la migliore partita – finora – della sua carriera. Sette occasioni che significano come Breda ha ancora tanto da lavorare.
Certo, il tecnico ha l’attenuante del mercato aperto e di un gruppo formato da una trentina di calciatori. Però sinceramente ci fa un po’ storcere il muso la gestione dello stesso, con calciatori convocati una settimana, non convocati in quella successiva e tornati a essere convocati quella dopo.
Così come non ci sta piacendo la gestione di alcuni nuovi acquisti perché, per esempio, a netto del cross sbagliato che ha portato al gol di Raimondo, non riusciamo a capire come Njoh possa essere preferito a un Corazza ancora a quota 0 minuti da quando è arrivato a Salerno.
Oggi ultima giornata di questa sessione invernale di calciomercato. La Salernitana puntellerà – si spera – l’organico. Ma da domani si metta un punto. Chi è dentro è dentro, chi è fuori è fuori. Breda scelga 22-23 calciatori e vada avanti con questi. Il trittico Brescia-Carrarese-Frosinone rischierà di essere decisivo in un senso o nell’altro. E non si potrà sbagliare.