
Siamo stati fin dal principio una voce fuori dal coro rispetto al caos playout che ha coinvolto Salernitana e Sampdoria. E lo ribadiamo: il Brescia ha commesso l’errore di non versare i contributi erariali di febbraio e meritava la penalizzazione in classifica, con conseguente diritto acquisito della Sampdoria di giocare i playout contro la Salernitana.
Ma ribadiamo anche un altro principio: oltre al Brescia, l’errore grosso lo ha commesso l’Agenzia delle Entrate con una comunicazione tardiva e la conseguente ridda di ricorsi che ha portato granata e blucerchiati a giocarsi la salvezza in una data collocata a oltre un mese dalla fine del campionato. Una situazione assurda che saggezza vuole sarebbe stata sanata con l’allargamento del contingente del torneo cadetto da 20 a 21 squadre.
Detto questo, c’è un altro fatto oggettivo incontrovertibile: la Sampdoria è stata – sportivamente parlando – miracolata. Il campo aveva parlato per 38 giornate e aveva emesso la sentenza: terzultimo posto per i liguri e retrocessione in Serie C.
Sentenza sconvolta solo grazie a Massimo Cellino e a un’Agenzia delle Entrate modello bradipo, punto. Quindi, appaiono ridicole le rimostranze di diversi tifosi sampdoriani che si appellano al “campo” e/o che minimizzano la grave crisi intestinale che ha colpito gran parte della rosa granata.
A Oxford si direbbe: cari tifosi blucerchiati, ma c’avete proprio la faccia come il cul…vabbé, scriviamo fondoschiena. Noi diciamo molto meno sommessamente: cari sostenitori sampdoriani, se salvezza sarà la vostra, passerà alla storia come la salvezza dei miracolati. Un consiglio: dedicate un monumento a Bogliasco al vero artefice dell'”impresa”: Massimo Cellino. Oppure, abbiate un minimo di decenza e tacete.