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Se Lele Adani avesse commentato Salernitana-Cavese di ieri, alla rete del 3-2 definitivo di Inglese, la quinta della partita realizzata in appena 25 minuti avrebbe quasi sicuramente replicato la citazione del “pranzo al sacco” che espresse al gol del 4-5 di Tonali in Israele-Italia dello scorso mese di settembre.
Per sottolineare come in quel frangente della partita le fasi offensive delle due compagini hanno decisamente prevalso su quelle difensive. E quando si imposta una gara in questo modo, 9 volte su 10 è la compagine che ha i calciatori migliori (e attaccanti migliori di Roberto Inglese in Serie C non ci pare di vederne) e più qualitativi tecnicamente a prevalere. Ieri è stata semplicemente una di quelle 9 volte su 10.
La Salernitana ieri è stata pienamente “raffaelliana“, ossia ha sposato totalmente il credo del suo allenatore che punta sempre a segnare un gol in più invece che di subirne uno in meno. Cavese subito in vantaggio alla ripresa? Niente paura, con Achik in supporto a Inglese e Ferrari la si ribalta in pochi minuti.
La Cavese perviene al pareggio? Chi ha Inglese in rosa non può spaventarsi. Quarto centro in campionato dell’ex Catania, tre punti che rimangono all’Arechi e Benevento staccato in classifica. Semplice semplice.
E ci scommettiamo, non abbiamo (per fortuna) avuto la controprova ma siamo pressoché sicuri che se la Cavese avesse trovato il 3-3 la Salernitana avrebbe avuto la forza di trovare la quarta rete.
Scritto questo, ieri è andato tutto bene? Ovviamente no. Perché alcune scelte di Raffaele non hanno convinto. In primis, l’impiego di Ferraris trequartista. Togliere l’ex Pescara dall’area di rigore non ci è sembrato una scelta saggia. Perché ha consegnato di fatto il centrocampo alla Cavese e ha eliminato dagli ultimi 16 metri un calciatore che la porta la sta vedendo eccome in questo scorcio di stagione.
E poi i cambi, eccezion fatta per quello di Achik, ci sono sembrati un po’ troppo legati al risultato rispetto alla volontà di modificare tatticamente la squadra. Piccole opinioni le nostre (non critiche, ci mancherebbe altro) per provare a capire alcune scelte che non ci hanno convinto. Ma se questi sono i risultati, speriamo di non rimanere convinti da oggi a fine aprile.