Arturo Di Napoli nasce a Milano, il 18 aprile del 1974, da genitori di origine napoletane. Cresce nel settore giovanile dell’Inter, diventando uno dei gioielli del vivaio nerazzurro. Per la stagione 1993-‘94 il club milanese decide di girare l’attaccante in prestito all’Acireale, in Serie B, per permettergli di esordire fra i professionisti. In Sicilia in 21 presenze realizza un solo gol e l’anno successivo è girato al Gualdo in serie C1. Sotto la guida di Walter Novellino, il giovane attaccante esplode segnando 10 goal e contribuendo alla cavalcata verso la B degli umbri, fermatasi nella finale, persa ai rigori, contro l’Avellino. L’esperienza umbra è il trampolino di lancio per la sua carriera. Il Napoli, infatti, per la stagione 1995-’96 scommette sul golden boy e lo acquista in comproprietà dall’Inter. Boskov lo fa debuttare in Serie A e segna i primi 5 goal nel massimo campionato. Fra lui e Carmelo Imbriani, altro giovane nella rosa partenopea, nasce un feeling importante sul campo e fuori.
Resta in azzurro anche per la stagione successiva ma colleziona soltanto una presenza l’allenatore, Gigi Simoni, non lo vede e l’Inter lo riscatta a Gennaio riportandolo a Milano. Nei sei mesi in nerazzurro, sotto la guida di Roy Hodgson, colleziona solamente 6 presenze e per la stagione 1997-’98 viene ceduto al Vicenza.
Con i veneti 25 presenze e 6 gol ed esordisce anche in Europa, in Coppa delle Coppe.
L’anno seguente Di Napoli riparte con i biancorossi ma, dopo soltanto una presenza in campionato, ad ottobre passa all’Empoli dove va in doppia cifra, segnando 11 goal in 25 presenze.
Per la stagione 1999-2000 l’Inter, ancora proprietaria del cartellino, lo cede definitivamente per 8 miliardi al Piacenza. In Emilia le cose non vanno bene e viene ceduto al Venezia dove, con 16 gol, contribuisce al ritorno dei lagunari in serie A. L’anno successivo non riesce a ripetersi e mestamente il Venezia ritorna in B.
Ceduto al Palermo, realizza 8 reti in 30 presenze. L’avventura in rosanero termina dopo una sola stagione, ma Di Napoli resta in Sicilia: dopo un provino andato male con i turchi del Besiktas, si accorda con il Messina per la stagione 2003-’04. Quella coi peloritani è una grande annata, promozione in serie A condita da 19 reti in 30 presenze. Anche nelle due stagioni successive in Serie A, Di Napoli, continuerà a regalare soddisfazioni ai tifosi giallorossi: 9 goal nel 2004-’05 e 13 reti, il suo primato personale nel massimo campionato, nel 2005-‘06. La stagione 2006-‘07 vede il Messina retrocedere in Serie B, con Di Napoli che non va oltre le 2 reti in 22 gare.
Nel luglio 2007 raggiunge l’accordo con la Salernitana del presidente Antonio Lombardi, firmando un contratto triennale. Durante il campionato di Serie C1 2007-’08, realizza 21 reti trascinando i granata alla vittoria del girone B ed alla promozione in Serie B della Salernitana, fregiandosi anche del titolo di capocannoniere e divenendo, per tutti gli appassionati della bersagliera, “Re Artù”. Nella stagione successiva, 2008-’09, con 13 reti, contribuisce in modo prezioso alla salvezza della Salernitana in cadetteria.
All’inizio della stagione 2009-2010, Di Napoli è tesserato con la Salernitana ma non viene inserito nella lista consegnata in Lega per partecipare al campionato ed, il 4 Settembre, rescinde consensualmente il contratto che lo legava al club del cavalluccio.
L’avventura in maglia granata termina con 69 presenze e 34 gol, comprensive di tutte le competizioni.
Dopo aver militato in serie D con Messina, Venezia e Caronnese, si ritira dal calcio giocato nel 2012.