In questi ultimi due anni dei 106 di gloriosa storia della Salernitana, i comportamenti di squadra e società da una parte e della tifoseria dall’altra sono stati inversamente proporzionali. I primi due hanno sbagliato tutto ciò che era possibile sbagliare e la dimostrazione è data dal lampante quanto triste fatto che i granata sono a un passo dalla seconda retrocessione consecutiva.
I secondi invece sono stati a dir poco encomiabili. Sempre attaccati alla squadra sia in casa che in trasferta, facendo sacrifici personali ed economici e raccogliendo – sportivamente parlando – solo amare briciole.
Tifosi che hanno sopportato questi due anni disastrosi contestando squadra e società in maniera matura e civile senza mai ricorrere ad eccessi.
Tifosi – soprattutto i gruppi organizzati della Curva Sud Siberiano – che hanno idee diverse (ed entrambe legittime, lo sottolineiamo con forza) in merito a questo playout ma che stasera saranno più uniti che mai nello sperare in un miracolo sportivo che possa rovesciare un copione già scritto.
Ma se questo miracolo sportivo non dovesse avvenire, i tifosi dovranno ancora di più essere maturi e civili, evitando contestazioni scomposte e, soprattutto, evitando di rispondere a eventuali provocazioni blucerchiate.
Questo perché gli eccessi vanno sempre condannati ma anche perché non sarebbe positivo aggiungere carne a cuocere in un contesto sportivo già di per sé disastroso. Perché – in ogni caso – da domani si dovrà iniziare a ricostruire. E una tifoseria forte, matura e civile sarebbe il primo passo per la ricostruzione.