A netto del caos playout che rimane vergognoso e che meriterà un capitolo a parte, a netto delle decisioni arbitrali di Doveri e del VAR che non ci hanno pienamente convinto (eufemismo), a netto degli eventuali ricorsi che verranno presentati alla giustizia ordinaria, una cosa è sicura e lampante: il principale responsabile della seconda retrocessione consecutiva della Salernitana si chiama Danilo Iervolino.
Per la seconda stagione di fila errori a iosa dovuti a incompetenza e sciatteria. La punta dell’iceberg: la cacciata di Giovanni Martusciello, l’unico in grado di dare un’identità a questa squadra che sulla carta non era certo da playoff ma da salvezza tranquilla.
Poi però se Martusciello viene esonerato e al suo posto viene prima messo un ex allenatore come Colantuono e una bandiera spacciata come specchietto per le allodole come Breda, le conseguenze sportive sono inevitabili e meritate.
Quindi, sacrosanto criticare Iervolino. Però bisogna anche essere pratici. Difficile (almeno per la prima parte della prossima stagione) ipotizzare un cambio al timone della società granata.
Allora Iervolino va pungolato affinchè costruisca una squadra in grado di dominare il prossimo campionato di C. Economicamente parlando, un'”impresa” sicuramente alla portata dell’imprenditore palmese.
Ma per farlo occorre che Iervolino si affidi a un uomo di calcio conoscitore della categoria. E che ci sia l’azzeramento totale dei quadri dirigenziali. Totale. Con la prima testa a cadere che dovrà essere quella del non più credibile Maurizio Milan.